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UGANDA, cuore verde d’Africa

Torneremo a viaggiare?

Sono rientrata dall’ultimo viaggio e mi sono trovata chiusa nel periodo di lockdown per l’emergenza Covid, da pochi giorni il mondo aveva iniziato una progressiva ed inesorabile paralisi. Sono trascorsi giorni, settimane, oramai mesi di attesa e di osservazione. Immobile, nell’impossibilità di mettere nel cassetto qualunque programma. Torneremo a viaggiare? Forse non abbiamo mai smesso, nemmeno in questi mesi. La mente ed il cuore sono immersi in un costante viaggio, attraverso libri, film, tecnologie capaci di proiettarci lontano, pur rimanendo comodamente sul divano di casa… ma anche sofferenza e timore per quei mondi che tanto amo e che vedo travolti da disastri nel disastro. “Mondi”… mai come in questa situazione ci possiamo rendere conto di come viviamo tutti nello stesso “Mondo”… ma in modi completamente diversi!
Sì, sono una persona fortunata e voglio ricordarlo ogni mattina quando mi sveglio…

Ancora non posso raccontare la prossima valigia, ma solo l’ultima… che con difficoltà ho svuotato… dal mio ritorno nulla sembra più come prima. Già in fase di partenza i primi dubbi stavano prendendo piede e mi chiedevo se fosse giusto, o meno, partire con l’incertezza di cosa stesse riservando per noi il futuro. Ho lasciato fare alle regole ed ho accetto la partenza, secondo i limiti e le chiusure che iniziavano ad arrivare. Considerato che non c’erano restrizioni, in quel momento, ho pensato di vivere il viaggio come una nuova opportunità. Avrei potuto scoprire in prima persona cosa significhi viaggiare in un momento di incertezza su quanto avrebbe potuto riservare l’immediato futuro. L’Uganda ci ha accolti, pochi giorni prima di chiudere le frontiere, come ormai la maggior parte del mondo. E ci ha accolti a braccia aperte e grandi sorrisi anche quando, pochi giorni dopo, le sue frontiere sono state definitivamente chiuse e un gruppo di occidentali respinto. L’Africa era ben consapevole di non poter facilmente gestire una simile emergenza. Tutti noi eravamo in salute ed in perfetta forma fisica, tutti avevamo fatto le vaccinazioni richieste ed integrato la nostra alimentazione con opportuni sostegni.

Uganda: 11 giorni di viaggio nei quali abbiamo continuato a viaggiare, nonostante le incertezze sulla possibilità di proseguire il nostro itinerario e nonostante l’ansia per quanto stava succedendo in Italia e nel mondo, in un aumento continuo di drammaticità.
Ho pensato che questo viaggio rappresentasse anche un’esperienza utile per comprendere difficoltà e limiti a noi spesso sconosciuti.
Il nostro itinerario si è svolto come da programma, regalandoci giorni di meraviglia e di scoperta.
Safari nei grandi parchi nazionali, attraverso paesaggi mutevoli e incantati: savana, bush, cascate, foreste tropicali. Il grande Lago Vittoria e il Nilo Bianco, che corre dall’Uganda al Sudan per oltre tremila chilometri. Dalle piantagioni di banane ai campi di patate di montagna, attraverso piantagioni di tè arrampicate su impervie colline e terrazzamenti geometrici interamente lavorati a mano.

Rinoceronti, elefanti, giraffe, ippopotami che occhieggiano a pelo d’acqua, bufali, antilopi e coccodrilli. Uccelli dai colori sgargianti, quasi a richiamare i tipici tessuti wax, con disegni e fantasie dagli accostamenti improbabili e unici. La sorpresa di un leopardo pigramente adagiato sui rami ombrosi di un grande albero e una famiglia di leoni arboricoli che ci osservava dall’alto, come fossimo noi le “bestie” da fotografare. Il Queen Elizabeth National Park è il più antico, fra i dieci parchi nazionali del Paese, esteso per 2000 kmq e vi si contano 90 specie di mammiferi e oltre 600 di uccelli. 

E l’incontro con gli scimpanzè, simpatici e dondolanti tra i rami della giungla, tra richiami che quasi fanno sussultare e il silenzio umido di una natura imperante.
Il nostro itinerario culmina nella tappa che tutti aspettavamo: la “Impenetrable Forest” di Bwindi, un parco naturale meraviglioso dove abbiamo potuto incontrare i grandi Gorilla di Montagna, attraverso una intricata foresta con difficili passaggi e un terreno fangoso e scivoloso dopo la grande pioggia notturna. Sette metri di distanza, dalla famiglia del grande Silver Back, ma in realtà molti meno… con il battito accelerato e occhi grandi per la meraviglia. Pochi esemplari, preservati soprattutto dall’attività di sconsiderati e violenti bracconieri. Non so se sia stata più grande l’emozione di questo incontro o la commozione nel poter osservare da vicino la somiglianza umana dei comportamenti di questi enormi bestioni. Non immaginavo una simile esperienza!

E poi la meravigliosa gente d’Africa, con la sua accogliente ospitalità, i suoi mercati rumorosi e colorati, con l'allegria spensierata dei bambini. Dove la povertà, tangibile e concreta, ci colpisce e ci ferisce, mettendo a nudo le enormi differenze del mondo. 

Torniamo, non senza qualche disagio, in una Italia diversa, in un tempo di stasi e di immobilità che ben si inserisce nei pensieri del viaggio appena vissuto. Un tempo nuovo per riflettere. Dobbiamo fare tesoro di questi giorni preziosi. Sicuramente ne usciremo e, sicuramente, passerà. Noi potremo ritrovarci più forti e, soprattutto, più consapevoli.
Nel frattempo, non smettiamo di programmare i nostri sogni… possiamo continuare a viaggiare aiutati anche dai ricordi che portiamo nel cuore.
Lo spirito nomade dentro di noi troverà in questo tempo nuovi modi di viaggiare e sarà pronto, non appena tutto passerà, per nuovi cammini.
Torneremo a viaggiare, torneremo con la voglia di scoprire il mondo per scoprire un pochino anche noi stessi.

Questo non era il mio ultimo viaggio, io ho già voglia di ripartire!