"Non vi è alcun sentiero verso la felicità:
la felicità è il sentiero"
Gli occhi del Buddha risplendono sulla pittura dorata, adagiati sulla candida cupola ricoperta di neve
Giovani monaci al Monastero Amarbayasgalant
Il monastero di Amarbayasgalant («Monastero della felicità tranquilla») è uno dei più importanti centri monastici buddisti della Mongolia e si trova a circa 60 km dalla città di Erdenet.
Paesaggi sconfinati della «Mongolia Bianca»
In inverno le temperature scendono fino a 40 gradi sotto lo zero
I cavalli selvatici cercano un po’ di cibo tra le sterpaglie non completamente coperte di neve
Verso il Lago Khuvsgul
Detto anche «Madre della Acque» è un luogo sacro per il buddhismo, si trova a 1650 metri di altitudine
Il lago ha una superficie di 2760 km quadrati e durante l’inverno la superficie ghiacciata diventa percorribile anche in auto
Alla fine dell’inverno, non lontano dalla città, si svolge il Festival delle Aquile
I cavalieri kazakhi si cimentano in giochi e gare di abilità, tra le quali il richiamo dell’aquila
Un cavaliere e il suo falco
Aisholpan è la prima ragazza ad aver voluto diventare addestratrice di aquile, imparando dal padre. Interpreta sé stessa nel docu-film di Otto Bell, del 2016, «La principessa e l’Aquila»
I ricami tradizionali dei cavalieri kazakhi
La più giovane addestratrice in gara al Festival. Nuove figure femminili seguono questa tradizione, fin dall’antichità riservata ai soli uomini.
Partenza del Camel Festival 2017
Un cavaliere e il suo imponente cammello bactriano
Il cammello vincitore del Festival 2017. Per lui una medaglia e una scodella di latte fermentato versato sul muso.
Al Festival annuale di Bulgan le donne, abili nel cavalcare i loro cammelli, si esibiscono anche in gare di eleganza
Camel Festival 2017
Solitudini
Tra i paesaggi innevati e sconfinati a bordo della Transmongolica, in un viaggio notturno indimenticabile.
Verso sud, attraverso la regione del Gobi
Bisogna uscire prima dell'alba per attendere il passaggio delle lunghe file di monaci per la questua del mattino
Offerte di incensi
Tempio Wat Visoun (Vat Visounnarath)
Alba sul fiume
Responsi divini alle Grotte di Pak-Ou
Il suo nome significa «Madre delle acque»
Uno dei fiumi più lunghi del mondo, oltre 4000 km dall’altopiano tibetano al Vietnam
Una casa galleggiante
Donna hmong in abiti tradizionali
Lungo il Mekong il terreno è sabbioso ma fertile e le sue rive sono sfruttate per diverse coltivazioni
Gli elefanti sono ancora usati come forza lavoro (gennaio 2009)
Una bambina vende cialde di pane all’imbarco del ferry per Dhon Khong Island, tra le 4000 isole dell’arcipelago Si Phan Don
Essiccazione del pesce
Verso le casate Li Phi un’anziana vende banane cotte sulla brace ai visitatori
Dall’altopiano del Tibet, il Mekong corre attraverso Cina (Yunnan), Myanmar, Laos, Thailandia, Cambogia e Vietnam
Una raccoglitrice di cocchi freschi
Shorea Robusta Roxb (Sal tree)
Una barca ci affianca e la giovane venditrice offre delle banane. Guardiamo i suoi occhi tristi, abituati al lavoro, e non possiamo mancare l’acquisto di alcuni frutti. Nella barca, insieme a lei, la madre e la sorellina di pochi mesi.
Un intero microcosmo che vive in simbiosi con l’acqua, adeguando i propri ritmi di vita al corso delle stagioni
Case galleggianti, ma anche negozi e un campo sportivo. Un'intera comunità che vive sull’acqua
Al rientro dalla pesca le donne sistemano le reti
Ci si sposta con piccole barche, ma anche con qualunque cosa possa galleggiare
Le amache sono la miglior soluzione per dormire assecondando il movimento dell’acqua
Il tempio khmer di Angkor Wat, l’edificio religioso più grande del mondo, si staglia all’orizzonte
Il sito archeologico è oggi simbolo stesso della Cambogia, comparendo anche sulla bandiera nazionale. È così esteso che ci vorranno diversi giorni per visitare i principali siti.
Gli enormi fichi strangolatori stanno inghiottendo le rovine dei templi
Un giovane monaco tra le rovine di Angkor
Gli enormi volti sorridenti di pietra del Tempio del Bayon
Nelle campagne i bambini badano al bestiame e ai fratellini minori
Questua mattutina di giovani monache
Il monastero è spesso l’unica possibilità di garantire alle bambine una vita al sicuro e con la possibilità di studiare
Una piccola monaca
Al monastero femminile
Monastero Shwe Yan Pyay (monastero in legno di teak risalente al XIX secolo)
Riso fumante per la questua mattutina dei giovani monaci
I monaci escono all’alba dal monastero e si spandono tra le vie per riempire le ciotole dell’offerta rituale del riso
Le raffinate sculture lignee del Monastero Swenandaw Kyaung (ex palazzo reale del 1857 divenuto poi monastero), realizzato in legno di teak
I pescatori, veri equilibristi, remano ancora secondo la tradizione… usando l’interno della gamba.
I pescatori attraversano gli intricati passaggi del Lago, tra canneti, orti galleggianti, palafitte, cercando il posto migliore ove immergere le grandi nasse
La polvere di thanaka serve per riparare i volti dal sole e diviene vezzo e ornamento per le donne e le ragazze. Un make-up naturale che si ricava dalla corteccia di alcuni alberi
Il rumore secco dei telai arriva fino alla nostra barca... con i filamenti del sottile stelo del fiore di loto, dopo una laboriosa lavorazione manuale, qui si tesse un pregiato e leggerissimo filato.
Bambini al lavoro in una fabbrica di sigari (i famosi cheroots birmani). Un’intera giornata di lavoro in un ambiente poco luminoso, tra pile di foglie di tabacco e un caldo soffocante, per pochi spiccioli.