Le tradizionali case di argilla rossa, dipinte dalle donne locali, rendono Oualâta un luogo incantato.

Un luogo lontano, nel sud della Mauritania, al confine con il Mali. Una pista d'asfalto che attraversa il deserto per 1200 km, la "Route de l'Espoir (Strada della Speranza), collega l'antica città carovaniera di Oualâta con la capitale Nouakchott affacciata sull'Oceano Atlantico.

Oualâta è Patrimonio UNESCO della Mauritania insieme alle storiche ksour di Chinguetti, Ouadane e Tichitt, antichi luogi di sosta delle carovane dirette a Timbuctu fondate nel XI e XII.

Luogo conosciuto come Roche de l'éléphant  (o Elephant Rock) per le impressionanti formazioni rocciose che richiamano figure di elefanti

In attesa di un compleanno a mille stelle...!

Cammelli al pozzo in attesa di formare la carovana che partirà verso il Mali

pitture rupestri "la donna con quattro teste"

un grande monolite emerge dalla sabbia

Tigharghart (Djanet)

Le incisioni rupestri "la vache qui pleure" (la mucca che piange) 

Il grande monolite di Tigharghart con incisioni rupestri datate più di 7000 anni

Il piccolo villaggio di Azoueiga si popola solo durante la raccolta dei datteri

La Valle Bianca

Settimana città santa dell’Islam e antica città carovaniera.
La Biblioteca Habott conserva oltre mille testi risalenti fino al XI secolo (corani, testi di matematica e algebra, grammatica, astronomia, geografia e medicina)

Oggi le ultime biblioteche cercano di sottrarre i preziosi testi antichi dall’avanzare indomito delle sabbie, che per secoli hanno sepolto tesori.

Alcuni libri antichi esposti per la nostra visita

«Il sapere è la sola ricchezza che si può distribuire senza il rischio di andare in rovina»

Prima dell’intervento  del 2003 la città rimaneva sepolta sotto tre metri di sabbia.

Verso il deserto

Tra deserto e oceano

Le dune di sabbia, punteggiate di lucenti conchiglie, si gettano nell’oceano atlantico

Dalla catena della Ande ai deserti (salares) d’alta quota

L’immensità del Salar de Uyuni –  il deserto di sale più grande del mondo - altitudine 3600 metri

Laguna Hedionda – 4100 metri slm

Tramonto al Salar de Uyuni

Le perfette geometrie disegnate  sulla  crosta di sale

Sullo sfondo, il massiccio vulcano Licancabur (mt 5920) porge l’altro versante al Cile

Deserti  d’alta quota dove vivono le vigogne (vicuna), il camelide delle Ande

Altopiano andino

Altopiano andino

Altopiano andino

Fumarole, geyser, pozze bollenti nel campo geotermico a quasi 5000 metri

Incontri… che sbucano dal nulla…

Territorio inospitale e arido dove le temperature estive superano i 50°C  e l’aria diventa rovente

Una minuscola moschea porta la preghiera del muezzin anche nei più piccoli e remoti villaggi

Paesaggi lunari di sabbia e di pietra

Paesaggi  lunari  disegnati dal vento

Tra sabbie e rocce vulcaniche

Geyser di Alol Bet

Le saline sul Lago Giulietti (Afdera)

Il vento trascina la schiuma salina fino alla riva del lago

Crosta salina sul Lago Assale

La piana del sale sul Lago Assale

La piana del sale  dove i cavatori tagliano le lastre e preparano il carico con le storiche carovane di dromedari nel deserto. Un lavoro atavico e durissimo, sussistenza per molti e,  oggi,  minacciato dal nuovo trasporto  su asfalto lungo la  recente strada costruita dai cinesi.

La piana del Dallol , tra  curiose formazioni geologiche, montagne di zolfo e geyser gassosi

Un rovente paesaggio lunare, il cui accesso è possibile solo se accompagnati da una scorta armata. Siamo a ridosso del confine con l’Eritrea.

La piana vulcanica del Dallol, dove la presenza di diversi minerali colora pozze e vasche di acidi e di sale.

La piana vulcanica del Dallol, tra sorgenti acide e fumarole bollenti

La piana vulcanica del Dallol,  con pozze acide e concrezioni saline

I primi portatori partono prima dell’alba per accompagnare i turisti sulla sommità del vulcano Erta Ale. I fumi acidi della bocca del vulcano sono visibili già dal campo base di partenza (da dove ci vorrà un percorso di circa 4 ore di cammino)

L’alba colora i cespugli spinosi, mentre  saliamo verso il vulcano nelle ore più fresche.

Un lago di formazioni laviche che assumono forme bizzarre, lungo tutta la salita al vulcano Erta Ale

La grande pentola fumante del vulcano: fumo acido  e pungente, dobbiamo coprire naso e bocca con fazzoletti bagnati per poter rimanere vicino al cratere

Tra le masse laviche  pietrificate la vita esplode non solo dal grande cratere, ma anche tra i tunnel di lava , dove un piccolo scoiattolo si ferma ad osservarci

Cunicoli di lava pietrificata e tagliente

La grande bocca del cratere inondata di fumo mosso dal vento.

Arriva il tramonto sulla grande caldera e anche il fumo acido si tinge dei colori caldi della sera

I colori del tramonto

Un boato risuona  fino alle capanne di sasso e paglia dove passeremo la notte. Stiamo scendendo per raggiungere  la caldera. .. uno scoppio che sembra far tremare il mondo. Rimbomba nel petto una esplosione sorda fortissima e una paura che non pensavo di poter provare. La percezione cristallina della forza della Natura.

Un mare di lava, come un deserto nero e pietrificato. Silenzio irreale tutt’intorno. Le visite al vulcano sono quasi esclusivamente notturne, si sale la sera e si ridiscende il mattino prima che il sole infuochi l’aria. Ma il vulcano non regala più emozionanti visioni notturne e visitare la caldera con la luce del giorno è un’esperienza da non perdere.

La baia di Ghoubbet, chiamata «la fossa dei demoni», dalla quale emergono coni vulcanici  che sembrano galleggiare sull’acqua.

Geometrie di calcare

Tra colate laviche e sedimenti di sale e di gesso

Paesaggi lunari, tra zone montuose  e depressioni che arrivano fino ai 170 metri (sotto il livello del mare) del Lago Assal

Il Lago Assal – 175 metri sotto il livello del mare

L’incontro con i nomadi  Afar  e le carovane del deserto

Uno dei luoghi più aridi e più caldi del mondo

Il nome origina dai  kalout, i “castelli d’argilla” plasmati dal vento

Patrimonio UNESCO dal 2016

Dune sorprendenti, alte fino a 500 metri, le più alte del mondo

Le nostre ultime impronte  prima di uscire da una fantastica e inaspettata avventura di dune inimmaginabili, silenzio e cieli stellati

1000 km di lunghezza da ovest a est e 500 km di larghezza. Due grandi strade lo attraversano da nord a sud.

Imponenti lavori  manuali per arginare l’avanzare  della sabbia sulla strada

Reticoli di contenimento della sabbia

Dune di sabbia e pioppi del deserto (Popolus Euphratica)

Il meticoloso lavoro di arginatura delle sabbie

Falesia di Bayanzag, zona nord-occidentale del Deserto del Gobi 

zona nord-occidentale del Deserto del Gobi

"Dove la Natura manifesta la sua grandiosità i luoghi diventano sacri"